Ferro, legno, oro 117×47 cm

“Osservo, e mi piace imparare i gesti delle altre persone. Quella estate era stata calda e io avevo preso l’abitudine di salire nella parte alta della città a prendere refrigerio all’ombra dei muri antichi del castello. Vi trovavo sempre un poeta, scappato dal manicomio qualche anno prima, che, abitudinario e seduto all’angolo di due strade, connetteva frasi tra loro guardando fisso l’unico spiraglio di luce che penetrava tra le case. Sedeva su una panca di legno e acciaio, un prototipo di design che qualcuno dei laboratori aveva lasciato incustodito. La scena era sempre illuminata da pochi fondamentali dettagli: il riflesso negli occhiali spessi, il bicchiere, seppur opacizzato dall’uso eccessivo, pepite dorate attorno alle sue mani.”

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